Il moderno #turismoenogastronomico si basa su nuove combinazioni, ricette rivisitate, #chef più o meno #stellati, #cantine dai prezzi stellari: si ha l'impressione che sia figlio di una #industria della #comunicazione del #business enologico e gastronomico che fa leva maggiormente sulla ricercatezza dei piatti, sulla #reputation ottenuta su alcune piattaforme, sulla #nomea e #riconoscibilità dei cuochi ben più che sulla effettiva #qualità dei sapori.
Ma il successo della #GastronomiaItaliana si deve soprattutto alle numerosissime #trattorie a #conduzionefamigliare che nel corso dei decenni ha nutrito milioni di turisti divenuti, a loro volta, apostoli della nostra #tradizioneculinaria.
Di trattorie, da Milano a Palermo passando per Roma, ne conosco a decine: sono sempre affollate, presentano piatti semplici ma genuini, con ottimi prodotti base spesso da filiera cortissima.
Di loro la #stampa non si occupa: non rendono in termini di pubblicità, non premiano il #narcisismo dei potenziali clienti, non ne celebrano l'#autostima.
Ma siamo davvero certi che parlare solo (o prevalentemente) di chef, di stelle, di guide ricercatissime, di prezzi da nababbi favorisca la #cultura della #cucinaitaliana che vorrebbe anche essere #culturanutrizionale e #alimentare?
Temo che insistere su un posizionamento TOP finisca col diveinire controproducente per un #turismo che deve fare sempre più attenzione ai #costi, ai #prezzi e al #portafoglio del cliente medio.
Personalmente preferirei scrivere di #trattorie, di #ricetteoriginali magari intervistando quelle straordinarie #cuoche che hanno avviato l'attività portando in trattoria le ricette casalinghe della loro tradizione famigliare.
Non so voi ...

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