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I TERMINI AMBIENTALI DEL TURISMO

Immagine del redattore: gil borzgil borz

Valutazione di impatto ambientale, capacità di carico territoriale, ponderazione del consumo idrico pro capite, indice di predatorietà media, in cui si misurano oltre ai consumi netti anche i consumi insostanziali, quali il deterioramento del Patrimonio monumentale e strutturale soggetto alla pressione antropica, valutazione dell'impatto culturale e socio-strutturale, coefficiente di consumo energetico disponibile e valutazione costi/benefici in fase di progettazione di nuovi impianti.


Quello che avete letto è solo la parte prevalente dei termini su cui si deve, e a maggior ragione si dovrà, definire il Turismo nel suo rapporto univoco e unilaterale col Territorio in cui viene esercitato.

Se da una parte il riscaldamento crescente fa presagire montagne a scarso innevamento, con potenziale iper consumo idrico per innevare artificialmente le piste) e mari ad elevato rischio mucillagine (rileviamo che nel Mare Mediterraneo si vanno sempre più insediando specie tipiche del Mar Rosso), la concomitante riduzione delle piogge porta alla previsione, fosca ma plausibile, di una necessaria contingentazione e limitazione delle risorse idriche e dei relativi consumi.

Gli elementi, congiunti e aggregati alle nuove necessità di modelli produttivi energetici, definiscono un Turismo dai costi di produzione estremamente elevati, soprattutto se si vogliono garantire servizi un tempo considerati ovvi in ogni albergo quali riscaldamento invernale, climatizzazione estiva e disponibilità idrica per prolungate docce.

Gli elementi ambientali, poi, si sommano a quelli sociali ed economici: possiamo, ad esempio, destinare l'acqua al consumo turistico negandone l'accesso ai residenti?

Qual è il rapporto esatto tra i costi che sopporta il territorio nell'accogliere e ospitare e i benefici che sul territorio stesso si spalmano?

Perché, è opportuno ricordarlo, il Territorio è di tutti i cittadini, mentre spesso i ricavi del turismo si concentrano in poche mani e hanno scarsissime ricadute sul territorio.

Credo, quindi, che a fronte di quanto osserviamo, dei cambiamenti strutturali dell'economia e delle forme della produzione che affiancano i rilevanti (e crescenti) mutamenti meteorologici sia quanto mai necessario che le Pubbliche Amministrazioni avviino forme strutturali di V.I.A specificamente definite per il segmento turistico, con particolare e significativa attenzione nel rapporto tra Costi e Ricavi di impronta pubblica, ovvero i benefici erariali che si riverberano in servizi ai cittadini.



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