Credito in affanno, tassi in crescita, occupazione precaria: un cocktail potenzialmente micidiale per il comparto turistico italiano.
il fatto che tra le decine e decine di istituti di credito medio-piccoli statunitensi che affrontano da settimane una restrizione delle riserve ad andare a gambe all'aria sia stato quello con il nome a più alto tasso di appeal, la Silicon Valley Bank, dovrebbe far riflettere.
Silicon Valley, il più colossale ammasso di fuffa che il capitalismo moderno abbia mai generato, una fuffa che due giorni prima di dichiarare default pubblicava dati in cui affermava di disporre di 180 miliardi di dollari di liquidità.
Ora, quanto potrà durare questa pantomima bancaria e finanziaria?
Quante crisi cicliche possiamo inventarci, quante guerre scatenare, quante pandemie tramutare in kickstart rialzisti, quanto ipertrofico può diventare il bilancio di una Banca centrale a colpi di QE sistemico, quanto leverage si può spalmare come Nutella sull'espansione a targhe alterne prima che qualcosa decida di andare fuori controllo in perfetto stile Lehman Bros?
E chi credete che ci rimetterà le penne?
Le Banche? No di certo.
Saranno i loro clienti, i debitori, quelli che dovranno "rientrare" rapidamente, quelli che si troveranno con i conti indisponibili: saranno quegli Albergatori che da mesi attendono una risposta dalla loro banca per poter mettere mano ad investimenti indicati come necessari e immediati, dall'indipendenza energetica a base di pannelli fotovoltaici all'incremento tecnologico; quei precari che non possono permettersi neppure il lusso di programmare una vacanza, figuriamoci di acquistare una proprietà e mettere su casa; sarà l'esercito della classe media, appesantita dall'inflazione, dai tassi in aumento, dagli oneri accessori sull'uso delle carte di credito.
Si presenta un'estate molto difficile: un'estate potenzialmente "al verde".

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