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LE REGOLE DEL GIOCO

  • Immagine del redattore: gilberto borzini
    gilberto borzini
  • 30 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

Una gentile lettrice, guida turistica e titolare di agenzia viaggi, mi apostrofa duramente per avere scritto un libro che lei non ha letto e nel quale racconto alcune cose utili (anche alla gentile lettrice).


Il libro in questione si intitola “da Guida Turistica a Incoming Manager” ed è bastato il titolo per far saltare la mosca al naso della lettrice. Se lo avesse letto avrebbe scoperto che affermo, come lei, che “allo stato attuale della normativa” l'unico modo regolare per attivare un'attività di incoming “fornendo pacchetti di servizi turistici” è avviare una regolare agenzia viaggi.

La normativa, infatti, definisce l'attività di agenzia come espressamente orientata all'organizzazione e alla vendita di servizi aggregati, di pacchetti, ma nessuna normativa impedisce a chicchessia di operare in qualità di Rappresentante, di Procacciatore d'Affari, di Mediatore Commerciale tra, ad esempio, una serie di alberghi regionali e, sempre ad esempio, qualche tour operator europeo interessato ad operare in quella regione.

Trasmettere tariffe alberghiere o menù tipici o tariffe di autobus a potenziali acquirenti non è vietato dalla legge: in compenso la legge vieta espressamente di guadagnare qualcosa senza pagare le relative tasse, indipendentemente dalla classificazione ATECO di cui si dispone.

Osservo poi che il settore turistico è ormai governato da piattaforme telematiche che operano anche in lingua italiana ma hanno sede legale altrove (Booking com ha sede legale ad Amsterdam, Airbnb a San Francisco così come Uber, Trivago a Dusserdorf, Expedia a Springfeld) e su qualsiasi piattaforma potete trovare i prezzi degli alberghi e dei servizi complementari desiderati senza per questo che alcuna di quelle società/piattaforme disponga di una licenza di agenzia viaggi.

In parole povere la tecnologia, che da sempre modifica l'economia e i suoi processi, è di molte leghe più avanti della lumacosa burocrazia italiana e della bizzarra legislazione europea che, non a caso, punta l'indice sempre sull'organizzazione di Pacchetti e mai sulla resa in disponibilità di servizi di trasporto o di alloggio separati.

La normativa europea è specifica e regola l'organizzazione e la rivendita di Pacchetti turistici.

Il resto è aleatorio, lasciato alle eventuali regolamentazioni locali, ben sapendo che nessuno si prenderà la briga di andare contro a colossi telematici che macinano miliardi.

Quindi che fare?

Impedirsi, come vorrebbe la gentile lettrice che mi apostrofa, di immaginare una possibile evoluzione per la propria attività impiegando le risorse lecite o non espressamente vietate dalla normativa? Oppure barricarsi all'interno del patentino ottenuto ponendo in quell'abilitazione ogni possibile aspirazione futura?

Nel mondo attuale, che è mondo di disintermediazione e cambiamento repentino (a volte involontario) delle proprie attività, l'ipotesi limitante sa molto di elefantiasi burocratica, di ricerca di un comodo orticello perenne. Auguro a tutti di avere sempre nuove curiosità e di cercare sempre di dare un miglioramento, un cambiamento, un'evoluzione al proprio lavoro.



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