Irrilevanti sotto il profilo politico e della rappresentatività le Agenzie di Viaggio subiscono il peso di una normativa abbondantemente superata, di un eccesso di Responsabilità e di un carico di oneri francamente scoraggiante.
Scrivo qualcosa che ogni agente di viaggio sa perfettamente: la normativa relativa al settore è superata e va ridisegnata partendo dalla distinzione tra Organizzatori e Distributori per ridefinire ruoli, compiti, funzioni, oneri e responsabilità.
La Licenza Unica è una incongruenza in termini: tra chi produce automobili e chi le vende c'è una discreta (totale) differenza e lo stesso iato va affermato anche nel settore turistico.
Limitarsi a recitare la solfa secondo cui “questa è la normativa” , come fanno alcune associazioni di categoria, significa solo affermare la propria inconsistenza, l'irrilevanza in termini politici, la sostanziale nullità del proprio mandato sindacale.
L'inazione in materia è tale da porre sotto scacco (economico e fiscale) centinaia di imprese che per le più varie ragioni non possono raggiungere quel minimo volume d'affari che consente di fare fronte a tutti gli oneri funzionali e gestionali previsti dalle norme e in tempi di vacche magre, anzi magrissime come quelli attuali ogni ritardo e ogni inazione può essere letale.
Si impone una revisione normativa a partire dalle fidejussioni dovute, da differenziarsi in virtù della diversa attività svolta, per arrivare alla revisione del CCNL inserendo nuove figure complementari alla professione di Agente di Viaggio, Travel Consultant e Travel Designer, attribuendo alle stesse la necessaria dignità professionale.
Occorre ridisegnare attraverso la normativa i punti fermi delle relazioni commerciali tra Organizzatori e Rivenditori/Distributori, ove questi non possono essere oggetto di discriminazioni tariffarie rispetto ad altri canali di vendita.
C'è molto da fare, ma per farlo bisogna essere rilevanti, muoversi nel terreno della politica sindacale e non in quello dell'attività quotidiana, certo essenziale ma senza sbocchi di benessere collettivo.
Farsi Sindacato, agire da Sindacato, dialogare con la politica in forma di sindacato, affermare la rilevanza economica (reale) del settore e non limitarsi ai pianti e alle lamentele per ogni volta (e sono tante) che Vettori e Fornitori mostrano di infischiarsene della Distribuzione.
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