DICHIARAZIONE DI INCOMPETENZA
- gilberto borzini
- 19 mar
- Tempo di lettura: 2 min
La Ministra afferma che non serve misurare il Turismo per arrivi e presenze, ma serve valutare quanto reddito il Turismo lascia sul territorio. Altri parlano di valutazioni qualitative e non quantitative. Che si tratti di una resa di fronte all'incapacità (o impossibilità) di governare il fenomeno ?
Il Turismo è un brutto soggetto, difficile da governare o da controllare. Spesso è difficile farlo avviare e sviluppare, altre volte sembra impossibile arginarne i flussi: i turisti vanno un po' dove gli pare e la loro anarchia definisce la complessità del controllo e della gestione del fenomeno.
Così un giorno, stanchi di non comprendere più il senso di ciò che si sta facendo, alcuni decidono di porre fine al consueto concetto statistico del Turismo (quanti Arrivi per quanti Pernottamenti) anche perché si scopre che i dati del turismo sono come la pelle degli attributi, estendibile e gratabile secondo necessità e temperatura, ovvero scarsamente affidabili.
Lo stesso “turista” se fa un giro in bicicletta e assaggia un bicchiere di vino diventa tre turisti (uno che non fa niente, uno che beve e uno che pedala) mandando a farsi benedire anni di studi statistici e di progettazioni territoriali.
Allora si prova a cambiare metodo.
Carramba che ideona!
Uno dei più noti DMO europei opta per un modello qualitativo basato sulla soddisfazione percepita dal Cliente. Carramba che ideona, verrebbe da esclamare: ma cosa si intende per qualità?
C'è qualcosa di più indefinibile della qualità?
E cosa di meno standardizzabile delle “percezioni individuali di ogni singolo cliente” le cui percezioni sono frutto della sua storia, della subcultura territoriale, delle consuetudini etcetera etcetera ?
Quindi che si fa: diamo a tutti i turisti una “pagellina” da compilare, salvo poi trovare stuoli di inoccupati a cui affidare il compito di trascrivere i risultati?
Basiamo le politiche turistiche sulle valutazioni apparse su Trip Advisor ?
Optiamo per modelli generici che possano accontentare un po' tutti ?
Turismo Spenna Pollame
Dalle parti del Ministero si osserva che non importano i numeri dei turisti ma importano i quattrini.
Il Turista torna ad essere Pollame da Spennare: più quattrini lascia sul territorio e più gli vogliamo bene (stesso schema mentale delle prostitute, ma tant'è).
Per essere più precisi: meglio pochi altopaganti che molti poco paganti.
La logica non fa un plissé.
Meglio un Emiro con relativo stuolo di harem e corifei che una catena charter nazional popolare.
Meglio l'aeroporto per Gulf Stream a Cortina che un sistema funzionale di strade nel meridione.
Chi siete? Dove andate? Un fiorino !
I soldi vanno presi da chi li ha e redistribuiti verso chi non ne ha: sarebbe una logica interessante, roba da Robin Hood, se non fosse che con il nostro sistema sociale la seconda parte non emerge, trasformando l'erario italiano in un Robbing Hood, sorta di rapinatore solitario.
Per la Ministra vale la redditività del Turismo, quanto genera di valore per il PIL e quanto “cuba” per singoli territori, allora lasciamo pure che l'Overtourism spopoli in Laguna, che l'Overcrowding investa le Cinque Terre: lo Stato ha bisogno di soldi e chi se ne importa di tutto il resto.
Offriamo caos e confusione ma otteniamo un fiorino per ogni turista in transito: chi siete, dove andate un fiorino !
E i Turismo resta a guardare.

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