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ALBERGHI: IL GESTORE SOSTITUISCE IL DIRETTORE

Immagine del redattore: gil borzgil borz

Aggiornamento: 13 apr 2023

L'integrazione e interazione tra Sistemi software, on Cloud o meno, che consentono sulla carta un miglioramento delle funzioni decisionali e dell'organizzazione alberghiera, ridefiniscono la figura del Direttore, sempre meno "diplomatico ambasciatore della struttura" e sempre più gestore di taglio manageriale.


RMS, Revenue Management System, per ottimizzare le tariffe in base all'andameto dei costi e delle prenotazioni; CRM, Customer Relation Management, per rendere la comunicazione efficace e integrata con le funzionalità Marketing; Chat GPT, per rendere le mailing non solo efficaci ma integrate con i livelli di WEB Reputation, oggi più che mai necessaria. Sistemi PBX per gestire i centralini di complessi alberghieri; sistemi di Domotica per rendere efficienti i servizi e contenere i costi in funzione degli utilizzi; sistemi di GDS e Booking engine, per non perdere mai il contatto col mercato e farsi intercettare dal mercato; sistemi PMS, Property Management System per la gestione complessiva e integrata della proprietà immobiliare e alberghiera; ERP, Enterprise Resources Planning, per integrare i PMS non solo nell'area interpretativa ma, soprattutto, in quella preventiva.

Ho sicuramente dimenticato qualcosa ma credo di aver dato l'idea.

Nelle nostre scuole alberghiere ci trastulliamo con l'idea otto-novecentesca di un affabile direttore alberghiero che sorride mellifluo ai Clienti più fedeli, organizza con tatto i depositi bagagli, orienta il personale alle proprie funzioni riassumendo nella sua figura un po' il Pater Familias e un po' il ragioniere pignolo.

Peccato.

Il direttore d'albergo di oggi (per non dire quello di domattina) è un manager che si muove a proprio agio tra numeri, grafici e sistemi gestionali. Un tizio che è meglio sappia le basi della programmazione elettronica più che i 100 modi per cucinare le uova, ovvero il perché il cappello del cuoco è pieghettato.

Temo enormemente il ritardo culturale delle scuole alberghiere. Non lo temo per le scuole, ma per gli studenti e, soprattutto, per il nostro Turismo che deve essere capace di sfruttare tutte le risorse, anche quelle più nascoste, per produrre occupazione, reddito e marginalità sufficienti per effettuare nuovi investimenti.



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