top of page

LE CHIAPPE SCOPERTE DEL TURISMO ORGANIZZATO

Immagine del redattore: gilberto borzinigilberto borzini

Dopo il caso di Roccaraso ci si deve domandare se la filiera del turismo organizzato sia sufficientemente performante. E la risposta è negativa.

L'ottimo pasticciere urbano sforna e vende 200 panettoni, l'Influencer on line ne fa vendere decine di migliaia. Il mondo del commercio è diventato questoe bisognerà farsene una ragione.


Qua e là si leggono post in cui ci si domanda se il caso Roccaraso non indichi una “nuova via” per comunicare e vendere turismo.

La domanda giunge in estremo ritardo: sono anni che la veicolazione commerciale di qualsiasi servizio o bene circola in rete e quello di Roccaraso non è stato un fulmine a ciel sereno.

Insegnanti che nel tempo libero fanno da guide turistiche e promotori di affitti brevi.

Lavoratori part-time che integrano moderando piattaforme, scrivendo recensioni e presentazioni per rinomati siti turistici.

Gruppi di amici, anche molto abbienti, che organizzano da sé viaggi costosissimi rivendendo poi le esperienze (e i servizi) a orde di emulatori.

Freelance della comunicazione che esplorano, conoscono e rivendono dai loro blog.

A ben guardare l'abusivismo impera perché l'economia ha orrore del vuoto e l'abusivismo (o così definito tale) colma i “vuoti” lasciati dalla filiera del turismo organizzato: una filiera rigida, strutturata su un modello di relazione economica (catena del profitto) impostata negli anni '70 del secolo scorso, rimasta ancorata al “prodotto-destinazione” mentre il mercato è esondato nell “servizio-emozione”.

Banalizzando: l'ottimo pasticciere urbano sforna e vende 200 panettoni, l'Influencer on line ne fa vendere decine di migliaia. Il mondo del commercio è diventato questo.

L'abusivismo (o cosiddetto tale) non è né frutto del caso né di un destino crudele né un'azione posta in essere da orde di malfattori: è il mercato che afferma se stesso, smarcato da vincoli, rigidità e convenzioni dall'emergente (ormai emerso) modello liberista che nella transazione online e nella disintermediazione trova la propria determinazione.

Banalmente: applicare un modello “fordista” alla catena del valore della filiera del turismo organizzato (vettori, hotel, trasferisti, touroperator, cataloghi, agenzie, contratti, anticipi, documenti, saldo) in un mondo divenuto integralmente cliccabile che aborrisce le pastoie burocratiche è l'elemento su cui bisogna rimodulare l'organizzazione sistemica.




 
 
 

Comments


bottom of page