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DOBBIAMO SELEZIONARE I TURISTI ?

Immagine del redattore: gil borzgil borz

Accadde realmente nel 1989.

Stanchi delle lamentele che la clientela internazionale ospite del nostro Resort evidenziava nei confronti del pubblico proveniente da una determinata provincia italiana chiudemmo le vendite alle agenzie di quella provincia per un'intera stagione.

Accadde in Sicilia e non potevamo permetterci di mettere in crisi flussi turistici provenienti da 9 Nazioni Europee per colpa dell'eccessivo entusiasmo per la vita, le relazioni e gli affetti manifestato alquanto chiassosamente da una parte di clientela italiana.

Le lamentele cessarono, le stagioni portate in salvo positivamente.

Si dovette agire per fare fronte ad un problema che forse si sarebbe potuto arginare incrementando le tariffe, ma quella leva tariffaria avrebbe inevitabilmente penalizzato anche il medesimo target proveniente da altre aree, comportamentalmente più composte.

Inevitabilmente chi prese quella decisione si sentì estremamente combattutto, diviso tra aspetti di etica democratica e di rendicontazione economica.

Il caso, però, si rivelò opportuno: si stabiliva un criterio di selezione dei target delle utenze desiderabili ponendo in essere misure di contrasto rispetto a target non altrettanto ritenuti opportuni.

Razzismo ? No, buon senso e desiderio di dare agli Ospiti una sensazione di conformità, di omogeneità, di essere in un luogo condiviso con persone dagli stessi atteggiamenti, usi e costumi.


Da tempo mi spendo a favore del Numero Chiuso e del Ticket di Ingresso nelle località turistiche: non per spocchia ma perché convinto che le forme di sovraffollamento deturpino, rovinino e usurino gli elementi strutturali dell'Offerta, Ambiente, Territorio, Paesaggio e Cultura.

Gli esempi recenti di iperconcentrazione della Domanda, da Monterosso a Venezia per arrivare a Roccaraso, dimostrano a mio parere la necessità urgente di porre paletti, barriere, vincoli e altri elementi di contrasto ad una domanda di evasione che con il turismo ha ben poco a che fare.

Il Turismo vuole che il turista si senta Ospite e si accosti all'Offerta con l'animo rispettoso di chi vuole conoscere e apprezzare; ciò che osserviamo oggi è un soggetto che si sente padrone e si presenta con l'animo di chi vuol possedere e utilizzare a proprio vantaggio.

La differenza è abissale e purtroppo non sempre le barriere tariffarie riescono a colmare la lacuna culturale e comportamentale che il turismo, quello originario, esige.

Se i barbari sono tra noi non per questo dobbiamo consegnare ai barbari le nostre più apprezzabili destinazioni.



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