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LA VISPA TERESA, ovvero il turismo perduto

Immagine del redattore: gil borzgil borz

Inevitabilmente il riposizionamento Geopolitico derivante dallo scontro in corso, militare ed economico, tra blocchi di Potere definirà l'assenza o la scomparsa di imponenti flussi di traffico turistico. Perdere i flussi russi e cinesi, per l'Italia, non è un buon affare.


La Globalizzazione è finita: armatevi e partite!

Il pianeta torna a dividersi in blocchi l'un contro l'altro armati e dopo l'ubriacatura di una globalizzazione che si è dimostrata essere a tutto vantaggio dell'economia cinese si torna a gestire la collaborazione con "amici e parenti", gente che parla la stessa lingua politica, che esercita le medesime forme di potere.

Che la Democrazia non sia gratuita lo sapevamo da un pezzo, però l'idea di perdere i consistenti flussi di traffico cinesi, che si andavano affacciando, finalmente, dopo anni di pandemia, alle porte dell'Italia turistica (e si parla di milioni di presenze) è seccante.

Seccante quanto perdere gli antipatici, rissosi, presuntuosi ma ricchissimi turisti russi.

Col rischio, aggiunto, di perdere anche la buona società indiana, non tutta prona alle posizioni occidentali, non fosse altro perché ancora memori della lunga presenza coloniale britannica.

Il conflitto, finora, ha poco scalfito sull'economia degli avversari ma ha ridotto in brandelli la nostra: l'alleato ha bombardato le nostre fonti di energia, e mentre cercavamo, disperatamente, di sviluppare un nuovo Piano Mattei per l'energia ecco che all'orizzonte si profilano milioni di profughi pronti ad attraversare i nostri confini.

In questa situazione l'Italia sembra la Vispa Teresa: fiduciosa e sorridente più si fida delle promesse degli "alleati" e più si inguaia perdendo risorse e prospettive.

Voi direte: ma che c'entra il turismo con la politica ?

C'entra, c'entra moltissimo.



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