L'attenzione che il Governo rivolge al mondo del Food & Wine dovrebbe scatenare un'ondata di iniziative anche nel settore alberghiero, da sempre, per propria natura, elemento "territorialmente implicito" e non separabile dalle valenze del Territorio stesso.
Il che implica la possibilità di promuovere congiuntamente, nell'ambito delle Promozioni Istituzionali, tanto l'idea del Territorio, quanto i suoi iconemi, i prodotti dell'eccellenza agroalimentare e i luoghi in cui le eccellenze sono proposte.
Per decenni abbiamo dovuto sopportare, e ... digerire, una scialba cucina definita "internazionale", dai nomi ridondanti e dai sapori zoppicanti, ed è giunto il tempo non solo di proporre i Prodotti a KM Zero, che spesso gli albergatori più avveduti propongono ai loro ospiti per la prima colazione, ma anche e soprattutto di rivedere in ottica di esaltazione delle Eccellenze Territoriali i menù gourmet della ristorazione alberghiera.
Si tratta di una scelta non solo certamente utile dal punto di vista delle relazioni con il territorio e i produttori locali, ma anche - e soprattutto - da una non piccola opportunità di marketing, nella considerazione del fatto che le Istituzioni si faranno per prime carico di una promozione insistita delle Eccellenze dell'Agroalimentare italiano, che non sono solamente culatelli e Sassicaia, ovvero prodotti dal valore elevato, ma anche generosi e accessibili nebbioli, sangiovesi, verdicchi e negramari, per non dire delle ricette tradizionali della cosiddetta cucina povera nazionale.
Ovvero: si può rappresentare e offrire l'Eccellenza Italiana anche a turisti di fascia media e medio-alta, con consistenti valori aggiunti.
E poi, con l'aria che tira, c'è persino la possibilità che arrivino contributi....

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