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TURISMO DIGITALE

Immagine del redattore: gil borzgil borz

In un mondo in cui anche le ricette del medico viaggiano per e-mail vorrei tanto sperare che alla prossima BIT si pongano al centro delle discussioni le diverse forme di digitalizzazione del turismo, ma temo che la mia speranza non sarà esaudita.

Eppure la trasformazione è più che avviata: il pubblico lo ha recepito ma forse gli attori del turismo non ancora.


Le Bed Bank sono governate da algoritmi: sistemi intelligenti dialogano tra piattaforme per adattare offerte e prezzi ai flussi della domanda.

Vettori low cost avviano la frontiera degli acquisti a rate, ampliando potenzialmente la platea delle utenze.

Influencer di quartiere movimentano via web decine di migliaia di persone mentre noi stentiamo a riempire un pullman.

Realtà Virtuale e Aumentata sono ormai strumenti usuali di comunicazione e promozione: assicurano una full-immersion esperienziale nella proposta commerciale moltiplicando all'infinito le possibilità di acquisto.

Di tutte queste cose sembra che il settore del Turismo, e in particolar modo del turismo organizzato, non si accorga: una resistenza al cambiamento che fa impallidire il motto a suo tempo proposto da un noto magistrato: Resistere! Resistere! Resistere!  

Ma qui non c'è resistenza che tenga: la dinamica avviata dalle diverse forme di digitalizzazione dell'Offerta (web banks, algoritmi, digital marketing personalizzato, instant-price, visual communication) trasferisce in cantina l'attuale filiera di ciò che resta dell'organizzazione del turismo organizzato.

Il che non significa affatto la scomparsa delle adv, ma piuttosto la permanenza solamente di quelle che sanno e sapranno adattarsi al cambiamento introdotto dalle tecnologia, che ne sapranno uilizzare gli strumenti e farli propri.

Mentre evolvono le Vetrine in 3D, capaci di attirare l'attenzione anche dei più restii, le vetrine delle adv sembrano vecchie edicole; mentre sono in fase di commercializzazione occhiali telematizzati con schermi incorporati attraverso i quali effettuare acquisti con un battito di ciglia si persiste ad abbattere foreste di betulle per stampare cataloghi che pochi sfoglieranno; mentre ogni acquisto si può operare con due click dal proprio dispositivo portatile ci perdiamo in formule contrattuali e tempistiche di prenotazione bizantine e arcaiche (certamente utili per tutelare il cliente, ma ne siamo sicuri?): oggi, in un mondo in cui persino le ricette del medico arrivano via email siamo ancora a chiedere al cliente “di passare in agenzia” per concludere la transazione.

C'è qualcosa, onestamente, da rivedere.

Da tempo suggerisco di concentrare l'attenzione sulla gestione del portafoglio clienti e sui sistemi CRM invece che sul prodotto: il futuro di questo specifico business è quello, è la gestione del proprio parco clienti e delle singole motivazioni attraverso la veicolazione costante di informazioni, suggerimenti, stimoli e proposte: siamo arrivati nella Società dell'Intrattenimento, persino le Influencer dei quartieri spagnoli lo hanno capito.






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