Vi ricordate i Viaggi del Ventaglio? Era l'unico, vero "brand" integrato, con villaggi, vettori, ambienti di appartenenza e spettacolo (il teatro di Piazza Piemonte a Milano) e un tour operator centrale, consolidatore che distribuiva attraverso agenzie a loro volta integrate nel marchio.
Vi ricordate che c'era la fila, tra le agenzie di viaggio, per entrar a far parte di quella filiera, una filiera che primeggiava e sembrava invincibile?
Dopo quell'esperienza il mondo (piccolo) del turismo organizzato italiano non ha più avuto "brand" altrettanto riconosciuti e riconoscibili, neppure a fronte di costosissime campagne pubblicitarie televisive, di cui sono state protagoniste prevalentemente le compagnie crocieristiche, campagne generalmente idonee a proporre un prodotto ma inadatte a sviluppare una funzione di brand marketing, laddove il brand definisce l'appartenenza ad uno "stile di vita" che va ben oltre la catalogazione del rapporto prodotto-prezzo.
Ventaglio, agli occhi del grande pubblico e in particolare del mondo giovanile, rappresentava uno Stile di Vita, condivisibile mediante l'acquisto dei servizi, la partecipazione agli spettacoli, la frequentazione degli spazi brandizzati.
In un mondo economico e commerciale che oggi vive di marchi e di brand marketing non disporre di un "brand" visibile, affidabile, identificabile che generi un criterio comunque inteso di appartenenza significa trovarsi fuori mercato, anche se si dispone del miglior prodotto o servizio erogabile.
Ma divenire "brand" e gestire campagne efficaci di Brand Marketing costa moltissimo, e da quel costo deriva la necessità di forme aggregative che sotto un'unica riconoscibilità definiscano e gestiscano tutte le operazioni di relazione col mercato, punti vendita inclusi.

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