Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di Turismo Esperienziale, ovvero dell'applicazione pratica della motivazione che ne determina l'agire, o la scelta più o meno consapevole.
L'Esperienza, infatti, è l'azione, il risultato, l'attività definita dalla e conseguente alla motivazione: mi dirigo verso una certa località per apprendere come produrre il formaggio se sono motivato ad apprendere le fasi della produzione casearia, fermo restando che la motivazione può essere sia di carattere ideale, che ludico che economico (mi hanno proposto un lavoro nel settore caseario o gastronomico e questa opportunità mi motiva a seguire un corso di produzione casearia).
Parlare quindi di turismo esperienziale è, a mio avviso, un errore di natura strutturale, metodologica e, oso affermare, epistemologica.
Inoltre: ogni azione, di qualsiasi genere, ordine e natura, definisce in sé una forma cognitiva ed esperienziale. Senza voler scomodare inutilmente Hobbes, Cartesio e Kant l'intera area della filosofia empirica si definisce nell'ambito della conoscenza appresa mediante l'esperienza, e dubito che il concetto di turismo esperienziale possa addivenire ad alcunché se non si identificano a priori le cause che promuovono l'interesse.
Si vuole tornare alla natura? Se sì, lo si desidera fare come i nostri avi, cacciatori e raccoglitori, per i quali la natura era ostile, pericolosa e da dominare? Oppure lo si desidera in una veste arcadica, come in un quadro di Segantini o in una descrizione di Tolstoj, vedendoci protagonisti della fienagione, o vendemmiatori o, ancora, allevatori di cavalli?
Sotto il semplice motivo della vita naturale o agreste si sviluppano migliaia di esperienze possibili, non ultima la produzione del formaggio da cui ho avviato questo capitolo.
Si può voler vivere un'esperienza da taglialegna, o da carbonaio, ovvero di chi nei boschi produceva il carbone dopo il taglio del bosco; posso desiderare l'esperienza dell'apicultore, dell'erboristeria, della cucina con le erbe, in stile medievale o monastico. Oppure una profonda e mistica esperienza di preghiera e di ascesi.
Banalmente: le esperienze sono talmente tante e variegate da rendere inverosimile un approccio esperienziale.
Diversamente l'approccio motivazionale potrà disporre di alcune aree strutturali (arte, sport, antropologia eccetera) e di sottogruppi afferenti le singole aree, rendendo la ricerca più semplice e l'organizzazione dell'offerta maneggevole e comprensibile.
Ecco allora che nasce una diversa Geografia, non determinata da confini politici, spesso arbitrari, ma da aggregazioni di interesse comune, offrendo percorsi e sentieri articolati attorno all'intero mappamondo seguendo le propri motivazioni, vocazioni e interessi.
Ecco allora che la presentazione dell'offerta, anche da parte delle Agenzie rivenditrici, non verterà più sulla “destinazione”, sul “dove vuole andare”, ma sulla motivazione, rispondendo alla domanda “cosa desidera fare?”.
Disporremo così di offerte articolate, ad esempio, sulla Pesca d'Acqua Dolce in cui l'offerta sarà presentata seguendo un'articolazione economica, parendo dalla Pesca alla Trota nei torrenti della Val Chiusella (valle scelta a caso: non ho idea si si peschino le trote in quella valle, ma mi piace il nome) per arrivare alla pesca al Salmone in Alaska, in competizione con gli orsi Grizzly che vanno matti per i salmoni.
Disporremo di calendari articolati sugli Eventi sportivi, tenendo presente che i GP di Formula Uno attirano dalle 200 alle 300mila persone nelle giornate di prova e di gara.
Ancora, del calendario dei Concerti rock, pop, o di altro genere.
Delle Mostre, delle fiere e degli Eventi particolari.
Dei Percorsi ciclabili e dei territori e delle strutture attrezzati per la pratica sportiva.
Dei Grandi Parchi Naturali e nazionali, con definizione delle specie osservabili.
Degli eventi del cinema e della moda.
Delle Cliniche del Benessere e della remise en forme, delle Terme e delle spa.
La conversione, in termini motivazionali, opera per Gusti e Piaceri e non può mancare, in questa nuova organizzazione, la definizione di un nuovo Turismo del Gusto e dei Sapori, che in una terra particolarmente ricca di eccellenze come l'Italia necessita, comunque, di una organizzazione strutturale per evitare l'assoluta confusione in cui oggi si muove l'offerta: se ogni regione, provincia, comune o territorio promuove la propria caciotta, di cui è ragionevolmente orgogliosa, sarà necessario definire un “itinerario delle caciotte possibili” , orientando con maggiore semplicità la determinazione e la scelta del potenziale cliente.
Oggi, malgrado l'assoluta primazia dell'Italia dei Sapori rispetto al resto del mondo, risulta complesso organizzare itinerari, visite, degustazioni, se non cercando di venire a capo di un'offerta estremamente polverizzata, scarsamente indicativa e soprattutto non inclusiva dei diversi servizi necessari al turista.
La Società Ludica esige un servizio pronto, completo ed efficiente.

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