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Immagine del redattore: gil borzgil borz

Il fenomenale rimbalzo del turismo alla fine della crisi pandemica, in particolare nel corso e nel termine del 2022, non deve trarre in inganno: dopo anni di compressione sociale e di divieti il poter trascorrere qualche giorno di vacanza, all'aria aperta, socializzando o visitando luoghi incantevoli era prevedibile ed è, economicamente parlando, di grande interesse e opportunità.

Malgrado i tremendi incrementi dei costi energetici, di riscaldamento e climatizzazione, alberghi e residence hanno ottenuto, nel corso del fine anno, percentuali eccellenti di occupazione, con un risveglio strutturale del turismo ricettivo e domestico.

Tutto bene, tranne per qualche dato, il più rilevante dei quali è definito dal fatto che solamente il 22% degli acquisti turistici sono transitati dal sistema organizzato delle agenzie di viaggio.

Un altro dato, non tranquillizzante se definito nel medio periodo, è dato dalla crescita dei ricavi a fronte di una riduzione delle permanenze, segno inequivocabile della nuova divaricazione della forbice sociale ed economica, una divaricazione destinata, a quanto si può capire dai fenomeni occupazionali e inflattivi, ad ampliarsi ulteriormente.

Vi è poi un ulteriore elemento significativo: per quanti sforzi si siano fatti, e si facciano, per sviluppare il turismo nei borghi minori, spesso densi di cultura ma complicati da raggiungere e non proprio efficienti dal punto di vista dei servizi, il Turismo, specialmente quello ricettivo, si concentra sulle Grandi Mete, ovvero le solite Roma, Milano, Firenze e Venezia, e solo marginalmente raggiunge altre importanti località, Torino o Napoli, Bologna o Palermo, con un turismo insulare particolarmente danneggiato dalla ripresa del fenomeno del caro-voli.

La dinamica, tradotta in termini di struttura economica relativa al rapporto tra Domanda e Offerta, tenderà a far lievitare ulteriormente i prezzi nei Big Hub Turistici, prezzi a cui si aggiunge la nuova imposta di soggiorno proposta a 10 euro, selezionando ulteriormente il mercato.

Chi non potrà permettersi il viaggio avrà però la possibilità di visitare virtualmente le località grazie ai sempre più frequenti video a Visione Aumentata che assicurano un'esperienza full immersive ed estremamente emozionale nelle destinazioni virtualmente visitabili.

È possibile, tra le altre cose, che le attuali agenzie distributrici divengano, a breve, nuovi blockbuster specializzati nella vendita e nel noleggio di audiovisivi turistici in realtà aumentata.

Nella società ludica, tra l'altro, la mega dimensione degli schermi televisivi ultrapiatti a 4k, che assicurano una visione nitida e spettacolare di programmi dalla particolare insufficienza contenutistica, definisce la tendenza alla concentrazione domestica della spettacolarità e del divertimento, facilitati dalla connessione tra Schermo e Rete internet, dai canali satellitari e digitali e dagli abbonamenti dedicati a piattaforme tematiche in cui a fare la parte del leone non sono i “film” ma le serie, ovvero produzioni a puntate, nella logica dei feuilleton ottocenteschi, che definiscono la necessità di rimanere in casa per seguire l'evoluzione della trama.

La pubblicità, che raramente mente se la si sa leggere, presenta gruppi di amici seduti a guardare lo schermo, organizzando cene domestiche acquisite e ordinate online, recapitate a casa: lo schema dell'intrattenimento dei prossimi anni è servito.

Perché, allora, il turismo dovrebbe seguire percorsi differenti rispetto al resto dell'intrattenimento, sempre più domestico, quanto meno per la sempre crescente popolazione meno abbiente?

Per carità: la gita fuori porta, la domenica al mare, il weekend a sciare non spariranno, ma assisteremo ad una progressiva contrazione della spesa e, in coerenza, ad una minor distanza percorsa.

Accadrà anche un altro elemento, già chiaramente osservabile ma finora marginale: gli anziani prenoteranno direttamente, online, i soggiorni invernali al caldo, tra Egitto, Tunisia e Isole spagnole. Hanno già scoperto che prenotando da soli risparmiano moltissimo rispetto al “passare” dall'agenzia viaggi. E il passaparola è vivace.



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