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D.T.O. & RAPPRESENTANZA

Immagine del redattore: gil borzgil borz

La Distribuzione Turistica Organizzata al momento sembra muoversi in una direzione proposta dai Fornitori, ovvero l'iscrizione, pena esclusione dalla reperibilità dei servizi, ad una piattaforma collettivamente proposta dalla Rappresentanza Sindacale dei Fornitori, ASTOI.

Per molti distributori (leggi Agenti di Viaggio "stand alone") la scelta sembra obbligata: non disponendo di una propria produzione solo l'iscrizione alla piattaforma assicura la possibilità di vendere i prodotti offerti da "quei" fornitori, fornitori che si definiscono, e a volte vengono definiti, come bravi, affidabili e consolidati.

Non discuto il valore degli attori in questione, ci mancherebbe, ma è palese il fatto che gli attori rappresentati da ASTOI sono una minoranza numerica rispetto all'universo dei fornitori disponibili, anche se probabilmente rappresentano la maggioranza per fatturato.

Il fatto che siano minoranza, se pur di rango, potrebbe suggerire la nascita e soprattutto lo sviluppo di altre piattaforme concorrenti, piattaforme che sostengano l'azione di altri fornitori che, canalizzati nelle vendite presso le agenzie distributrici che non si iscriveranno alla piattaforma ASTOI, potrebbero crescere in termini economici e assicurare alla distribuzione una diversa platea di mercato.

In sostanza se alla piattaforma ASTOI partecipano i maggiori generalisti, su una piattaforma concorrente potrebbero trovare spazio gli "iper-specialisti".

La questione della piattaforma, però, è interessante per diversi aspetti, non ultimo quello della Funzione del Sindacato, ovvero dell'Associazione rappresentativa di una categoria.

Può un Sindacato imporre a chi non è iscritto l'utilizzo di un sistema infotelematico terzo per accedere ai servizi forniti dai suoi iscritti? Oppure la cordiale imposizione di ASTOI fa un po' a pugni con il disposto dell'Art 1322 del codice civile (Autonomia contrattuale) e degli articoli 1420,1446 e 1459 del c.c.?

Sull'argomento mi permetto di avere delle perplessità, ma non essendo un leguleio mi astengo dal giudizio lasciando ad altri il compito di una corretta valutazione.

Qualora fosse lecito, e ribadisco la perplessità suindicata, allora si aprirebbero pianure di opportunità, su molteplici fronti, anche per le altre Associazioni che fin qui si sono limitate a proporre tutele legali e accordi collettivi, non obbligatori o impegnativi, piuttosto che convenzioni altrettanto facoltative, rispettando il ruolo associativo per come definito, anch'esso, dal codice civile.


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