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ADV: DELLE DUE L'UNA

Immagine del redattore: gil borzgil borz

E' arrivato il momento di scegliere: o l'agenzia è l'artigiano che confeziona itinerari su misura, o fa parte integrante, come rivenditore, dell'industria.


La struttura è ad una svolta decisiva, proposta e suggerita (come sempre) dall'evoluzione tecnologica: o l'agenzia di viaggi torna ad essere, pienamente e compiutamente, artigiano capace di confezionare itinerari e percorsi per un mercato selezionato, o integra, come rivenditore puro, l'industria del turismo organizzato.

Nel primo caso è giusto che disponga di un proprio nome, di un brand, di una singolarità, mentre nel secondo caso dovrebbe, per coerenza sistemica, esporre il brand e il logo del "gruppo di tour operator" a cui fa riferimento.

In quest'ottica i ragionamenti da tempo correnti in casa Alpitour sono giusti, e bene aveva visto a suo tempo il compianto Bruno Colombo, quando indicava in una struttura integrata verticalmente quella tra la sua holding e i rivenditori.

La via di mezzo, il "tutti fanno tutti" è più che mai controproducente per l'intero segmento: i veri specialisti non si riconoscono né distinguono rispetto agli "edicolanti", mentre gli "edicolanti" stessi non dispongono di particolari vantaggi agli occhi del grande pubblico né rispetto alla concorrenza diretta, né rispetto alla rete internet.

E' tempo di operare scelte di campo: o si è panificatori o si rivende il pane, ma non si fa un po' e un po' a seconda della convenienza perché altrimenti non si è credibili.



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